Una costante imprescindibile nelle mie letture è lui, il Giappone: non posso fare a meno di leggere un romanzo, almeno, ambientato in questa nazione incredibile. I miei sogni sono in grande, e all’altezza di tanta maestosità c’è sempre Lui.
Tommaso Scotti ha scritto un romanzo ambientato in Giappone, il cui protagonista è un mezzo sangue, figlio di padre giapponese e madre americana, conduce un’indagine particolare. Un uomo è stato assassinato con un ombrello, le impronte corrispondono a quelle dell’Imperatore.
Vi riporto la trama:

Collana: La Gaja scienza
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 7 gennaio 2021
Pagine: 320 p., Rilegato
Un romanzo d’esordio che ci spalanca nuovi orizzonti. Un protagonista destinato a entrare nei cuori dei lettori. Un Giappone spietato e pieno di fascino, raccontato con uno sguardo insolito e struggente.
L’ispettore Takeshi Nishida della squadra Omicidi della polizia di Tokyo ha un secondo nome che pochi conoscono, ma che dice molto di lui. All’anagrafe infatti è Takeshi James Nishida. Perché Nishida è un hāfu: un mezzo sangue, padre giapponese e madre americana. Forse per questo non riesce a essere sempre accomodante e gentile come la cultura e l’educazione giapponese vorrebbero. Forse è per il suo carattere impulsivo, per quel suo modo obliquo e disincantato di vedere le cose e le persone che lo circondano, che non ha mai fatto carriera come avrebbe meritato. O forse è perché lui non vuole fare carriera, se questo significa mettere i piedi sotto la scrivania invece di usarli per battere le strade di Tokyo, città che ama e disprezza con altrettanta visceralità – e che allo stesso modo lo ricambia. Ma Nishida è eccezionale nel suo lavoro: lo dimostra il numero di indagini che è riuscito a risolvere. Fino al caso dell’ombrello. Un uomo, ritrovato morto. L’arma del delitto? All’apparenza, un comunissimo ombrello di plastica da pochi yen, di quelli che tutti usano, tutti smarriscono e tutti riprendono da qualche parte. Ma questo ombrello ha qualcosa che lo differenzia dagli altri. Un piccolo cerchio rosso dipinto sul manico e, soprattutto, un’impronta. E Nishida si troverà di fronte a un incredibile vicolo cieco quando scoprirà a chi appartiene l’impronta digitale del possibile assassino: all’imperatore del Giappone.
“L’ombrello dell’Imperatore” è esattamente come il suo protagonista Nishida, in parte occidentale e in parte nipponico. L’ambientazione è spietatamente giapponese, con le sue contraddizioni, la sua magia mista a crudeltà. Un’indagine condotta magistralmente, un ispettore che lotta contro la criminalità con tanta energia, come contrasto all’incapacità di lottare contro le ingiustizie personali che invece ha dovuto subire senza potersi difendere.
La narrazione è stata lenta, spesso sono andata alla ricerca di un colpo di scena che non è mai arrivato. Almeno mi sono goduta l’atmosfera giapponese…
Manu