In questi ultimi mesi sono stata assente, non avevo grandi capacità comunicative e mi sentivo persa di nuovo. Il tempo può essere una medicina, può essere quell’elemento che restituisce l’equilibrio o che ne fa trovare uno nuovo. Io non ho ancora capito se sono sempre io, o se è quella che scrive è la nuova me, ma quando ho letto che un’autrice a me cara e in cui credo tanto ritornava in libreria, non potevo che darle la mia disponibilità. Mia Another è un vero talento, scrivere sembra la cosa più naturale e le riesce meravigliosamente, senza sforzo. L’ho conosciuta con “Come petali di ciliegio“, e il 28 giugno è tornata con “Tokyo a mezzanotte“.
Vi riporto la trama:

Collana: Anagramma
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 28 giugno 2021
Pagine: 320 p., Rilegato
Il fascino unico e misterioso del Giappone in una storia d’amore sensuale e travolgente
I sogni di Hailey stanno per realizzarsi: ha un biglietto di sola andata per Tokyo, dove l’aspetta il fratello Jamie, che vive in Giappone già da qualche anno, e un colloquio di lavoro in un’importante società. Appena arrivata, però, Hailey si accorge che lo studio del giapponese non è sufficiente e che la cultura con cui entra in contatto è lontanissima dalla sua. Inoltre Jamie è nei guai. Decisa ad aiutare il fratello, accetta il lavoro che, dal primo giorno, si rivela un incubo: il giovane CEO, Naoki Saito, è un uomo arrogante che la tratta in modo supponente e le assegna incarichi e retribuzione da stagista. Per guadagnare di più Hailey decide di cedere al proprio orgoglio e comincia a fare la hostess nell’unico posto dove i suoi tratti occidentali sono apprezzati, un club per soli uomini. Ma la sera in cui proprio il suo capo Naoki varca la soglia del locale in cerca di compagnia, è l’inizio di un’avventura sconvolgente e pericolosa, che la porterà alla scoperta di una parte di sé, nascosta e misteriosa. La magia avvolgente delle notti incantate di Tokyo darà ad Hailey il coraggio di lasciarsi andare a tutte quelle emozioni mai sperimentate prima? E, soprattutto, l’amore, quello folle e dirompente, sarà in grado di amare la distanza culturale che si frappone tra l’affascinante e tradizionalista Naoki e la giovane, ribelle americana?
Ancora una volta mi ritrovo in Giappone, a Tokyo, ma non la classica città narrata nei romanzi: niente ritmi frenetici, niente disagi emotivi, ma tanta tradizione e finalmente si punta la lente d’ingrandimento su cosa significhi vivere in questa nazione tanto all’avanguardia quanto conservatrice. Mia Another ha inserito in un romanzo leggero e scorrevole, la solennità e l’ingombrante retaggio culturale che un occidentale potrebbe faticare a comprendere o a fare proprio.
I protagonisti sono Haley e Naoki, americana lei, giapponese lui, stagista senza esperienza lei e presidente di un’azienda lui, e proprio perché giapponese e facoltoso, ritiene di dover trattare le persone che lo circondano a seconda del ruolo che ricoprono in società. In Giappone le classi sociali esistono e purtroppo la sopravvivenza della stessa, dipende dalle scelte sentimentali che ricadono sempre al suo interno: uomini impegnati alla ricerca della perfezione nel rispetto della tradizione, donne disposte ad assecondare ogni desiderio perché lo prevede il loro retaggio culturale. Per Haley tutto questo è difficile da sopportare, non si sente a suo agio e Naoki non fa molto per farla sentire in un ambiente familiare… Fino a quando un incontro fortuito gli farà scoprire che la sua stagista fa la hostess per arrotondare lo stipendio, così inizia a pedinarla e a correre in suo aiuto nella giungla metropolitana di Tokyo, fatta di perversioni o meno velate, di criminalità e di luoghi in cui si può pagare anche per avere una casta compagnia femminile.
Tokyo è una protagonista indiscussa del romanzo, il titolo non è casuale: le sue luci, la sua magnificenza e le sue contraddizioni sono il terreno fertile su cui nasce una storia d’amore classica ma con un pizzico di pepe in più. Eh sì, nei romanzi di Mia Another la componente erotica è sempre legata all’amore: sesso e amore sono due lettere dello stesso alfabeto, due lati della stessa medaglia, ricordando che non si può avere l’uno senza l’altro.
E ora voglio regalarvi un’immagine finale, senza anticipare contenuti in modo sfacciato, immaginate di bere del tè unendo le mani intorno alla tazza in segno di unione spirituale e di sinergia con tutto l’universo, in un giardino zen e con un uomo giapponese dai capelli neri e con la ruga da stress più interessante che si potesse descrivere.
Bentornata Mia, e grazie per questo viaggio nel Giappone che non si conosce, quello in cui l’integrazione può essere faticosa ma accanto alla persona giusta, come sempre, le difficoltà si azzerano. La strada migliore, d’altronde, è sempre quella in salita…
Manu