Zelda, di Therese A. Fowler.

Ogni storia d’amore, ogni relazione che porta a vivere una persona in modo profondo e intimo, è una storia che nasconde delle ombre. Non c’è luce senza ombra, ed è così anche per l’amore. Ho sempre idealizzato in alcune coppie il mio ideale di perfezione, l’apparente intesa e sincronizzazione di pensieri e sentimenti, a volte è solo il risultato di un buon compromesso per salvare le apparenze.

Zelda e Scott Fitzgerald erano per me una buona idealizzazione dell’Amore, del rapporto di coppia, del delicato equilibrio che caratterizza la vita coniugale. Leggendo “Zelda”, di Therese A. Fowler, confesso che quello che per me rappresentava un mito si è notevolmente indebolito. Mentre da un lato c’è Scott con il suo egocentrismo e la sicurezza dei suoi mezzi, dall’altro c’è una donna fragile che ha vissuto buona parte della sua vita all’ombra del marito.

Vi riporto la sinossi:

Traduttore: M. Maffi
Editore: Frassinelli
Collana: Narrativa
Anno edizione: 2013
In commercio dal: 9 aprile 2013
Pagine: 437 p., Brossura

Da questo romanzo è stata tratta la serie televisiva disponibile su Amazon Prime Video “Z: L’inizio di tutto”. Zelda Sayre Fitzgerald. Non è un personaggio del capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, eppure è la sua più grande eroina. È la donna della sua vita, l’unica che abbia mai voluto veramente, la sola che lo abbia amato davvero. È sua moglie, e racconta la verità. Tutta la verità, lo giuro. La racconta in prima persona a partire da quella sera del 1918 in cui, nella grande villa del Sud dove sta per iniziare un’attesissima festa da ballo, lei, splendida diciassettenne ribelle e piena di promesse, incontra per la prima volta il tenente Fitzgerald. Che la incanta con le sue storie di guerra, i suoi racconti pubblicati sulle più famose riviste letterarie, il suo sogno di diventare un grande scrittore, ricco e famoso. Con il suo fascino irresistibile, al quale lei non sa resistere – e la fa innamorare. Sono gli Anni Ruggenti, tutto sembra possibile, anche seguire quell’uomo a New York, sposarlo e lasciarsi alle spalle la rassicurante protezione paterna. E da New York spostarsi a Londra e a Parigi, nel cuore scandaloso della scena artistica mondiale, conoscere Hemingway e Picasso. Organizzare feste chiacchieratissime sulla Costa Azzurra e poi sfrecciare nella notte verso il profumato mare italiano. Un sogno, un romanzo. E dall’altra parte la dura concretezza della realtà. L’amore tradito. L’ambizione a senso unico, che può essere solo di Scott, mentre lei deve rinunciare a tutte le sue aspirazioni. Gli amici che diventano rapaci, possessivi, violenti. Poi la follia, e il distacco. Lei dentro e fuori dagli ospedali, lui a Hollywood tra mille amori terreni da uomo di successo. Eppure continuano a scriversi, lunghe lettere da sposi fedeli. Che Scott firma sempre con tanto amore e Zelda con devozione. Come due personaggi, belli e dannati, di una leggendaria, appassionante, impossibilmente vera storia d’amore.

Zelda ha sempre rinunciato alle sue ambizioni in nome delle vocazioni di Scott, esisteva una tacita scaletta di priorità fondamentali al loro equilibrio di coppia. Da quando si sono incontrati a quando è iniziato il periodo dei frequenti ricoveri di Zelda, il loro legame ha dovuto superare diverse prove ma il risultato è stato raggiunto solo grazie a lei, all’anello debole di una catena crudele e dannata.

Il romanzo vede la narrazione della loro storia in prima persona, quella di Zelda, attraverso una fedele ricostruzione storica e grazie anche alle lettere che si sono scambiati per anni. Devozione e amore sono parole che segnano la fine di ogni lettera, anche se io non credo che l’amore abbia davvero quella forma. Come si può accettare di vivere per anni all’ombra di qualcuno rinunciando a tutte le proprie ambizioni? La costante rinuncia di una vita propria pur vivendo una relazione è quello che mi ha veramente amareggiato, soprattutto alla luce della famelica ambizione di Francis Scott Fitzgerald. Probabilmente Zelda è l’unica donna che abbia veramente amato, ma si può amare qualcuno reprimendo la sua personalità?

Lei è un’eroina, la mia eroina, e le sue manie suicide credo che debbano essere riconsiderate sopratutto alla luce degli eventi clou della sua vita sentimentale, della totale mancanza di regole e freni. Una vita patinata, dorata, ma pur sempre patinata… Al di sotto, a me è sembrato che ci fosse solo ombra.

Manu

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