Tempo da elfi, di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.

Questo sabato sera è assolutamente caratterizzato dalla trasgressione: pigiama, tisana, una piccola pila di libri che potrei potenzialmente cominciare a leggere, la pizza che non ho finito nel cartone vicino a me. In breve, regna il caos nella calma, non potrei dare una definizione migliore del mio sabato sera.

E’ stato a dir poco altalenante, invece, il romanzo che ho desiderato leggere per circa due anni, e finalmente ho messo da parte i giudizi di chi lo aveva già letto per poter dare un giudizio mio: Tempo da elfi, di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Potrebbe essere etichettato come un romanzo fantasy data la presenza degli elfi, ma quello che più mi ha lasciato interdetta è la natura semi umana di questi elfi. Chi ha guardato e/o letto “Il signore degli anelli” ha un’idea ben precisa sugli elfi: orecchie a punta, alti e magri, affascinanti ed eternamente giovani, parlano una lingua comprensibile soltanto tra loro, ossia l’elfico, caratterizzata da caratteri unici. Fatta questa premessa, quando leggerete questo libro, consiglio di abbandonare l’idea maturata grazie a Tolkien.

Vi riporto la trama:

Editore:Giunti Editore

Collana:Scrittori Giunti

Anno edizione: 2017

In commercio dal: 13 settembre 2017

Pagine: 312 p., Rilegato

Le stagioni si avvicendano sempre uguali a Casedisopra, fra la tabaccheria della Nerina e le due caserme – dei Carabinieri e della Forestale – che invano vigilano sul bar-trattoria di Benito, dove anche quando la stagione della caccia è chiusa il maiale servito in tavola ha un curioso retrogusto di cinghiale… Eppure ultimamente qualcosa sta cambiando. In paese compaiono ragazzi e ragazze dagli abiti colorati, calzano sandali di cuoio intrecciati a mano e vendono i prodotti del bosco e della pastorizia:sono gli elfi, che vivono in piccole comunità isolate sulla montagna, senza elettricità, praticando il baratto e ospitando chiunque bussi alla loro porta senza porre domande. Forse potranno essere loro a prendersi cura del territorio appenninico, sempre più trascurato e spopolato, mentre sul corpo della Forestale incombe il destino di venir riassorbito nell’arma dei Carabinieri? Marco Gherardini, detto Poiana, ispettore della Forestale, non fa in tempo a immalinconirsi con questi pensieri che ecco, nell’aria risuonano due spari proprio quando nemmeno i cacciatori avrebbero licenza di esploderli. E di lì a poco, ai piedi di un dirupo viene trovato un cadavere: proprio un giovane elfo, si direbbe. Inizia per Poiana l’indagine più difficile della sua carriera. Perché potrebbe essere l’ultima, ma non solo: perché si troverà a sospettare degli amici più cari, perché dovrà ammettere che l’intuito femminile può essere imbattibile, perché per trovare la direzione giusta dovrà essere pronto a perdersi nel bosco…

Non amo il genere fantasy, ma sono perdutamente innamorata degli elfi, della lingua elfica e mi sono ritrovata spesso a imitarli mentre guardavo Il signore degli anelli. Aggiungo anche di cercare l’anello con la scritta elfica di Frodo Baggings, ma a parte questa parentesi, voglio cercare di rendere abbastanza chiara la mia passione sfrenata per queste creature della mitologia nordica. Quando è stato pubblicato “Tempo da elfi” io ero proiettata a leggerlo subito, anche perché non sono bravissima ad aspettare… Invece è andata in modo completamente diverso, ho sentito pareri così contrastanti da farmi rimandare il momento della lettura fino a quando non avrei avuto l’oggettività nel giudicare il libro, scevra da ogni altro commento ascoltato.

La trama del romanzo è incentrata su un’indagine condotta da Marco Gherardini, un ispettore della forestale che dovrà capire chi ha assassinato un giovane elfo. Sì,un elfo: una creatura che indossa abiti colorati, ha le orecchie a punta e vive nei boschi. Il protagonista ha un’ironia e un acume che ho tanto apprezzato, mantiene sempre il piede sia nella dimensione del reale che nel mondo elfico giocando a fare l’equilibrista e riconoscendo l’esistenza di entrambi i mondi. A quel punto per me la presenza degli elfi è diventata secondaria, anche perché ammetto di avere questo limite Tolkeniano: per me gli elfi non parlano che la lingua elfica, non ce l’ho fatta ad accettare che parlassero l’italiano e il tedesco.

La libertà di interpretazione e di descrizione che dà un romanzo fantasy consiste proprio in questo, dunque ammetto di avere un’idea molto statica delle creature elfiche e rinchiusa nel mondo del Signore degli anelli. Per fortuna l’ispettore Gherardini, detto Poiana, riesce ad attirare tutta l’attenzione su di sé con la sua testardaggine e con il suo coraggio. Mentre tutti volevano archiviare il caso, lui riesce a dimostrare che la sua pista è quella giusta e forse troverà anche qualcosa di più… Gli elfi non si toccano, ma Poiana è ugualmente leggendario! In lui, infatti, convivono una grande determinazione e una fragilità emotiva importante, il contatto con il reale e la vicinanza alla comunità elfica. Ignorate la vostra idea di elfo e concentratevi su Marco Gherardini…

Manu

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