Tutti gli appassionati di Andrea De Carlo come me, sicuramente sapranno che due giorni fa ha presentato il suo ultimo romanzo Una di Luna, di cui presto parlerò qui nel blog. Il ritorno dello Scrittore per antonomasia, colui che riesce a scrivere dal punto di vista maschile e femminile, colui che riesce ad analizzare la psiche umana e i suoi meccanismi più complessi, ha riacceso in me la voglia di rileggere uno dei miei libri preferiti: Giro di vento.
Vi riporto la trama:
Due uomini e due donne, professionisti di successo e amici da sempre, partono da Milano insieme a un agente immobiliare per visitare alcune case di campagna che intendono acquistare e ristrutturare in Italia centrale. Quasi arrivati a destinazione, si perdono lungo strade sterrate tra colline coperte di boschi e la macchina su cui viaggiano cade in un fosso. I telefoni cellulari non hanno copertura, sta calando la notte e comincia a piovere. Adottando un punto di vista fluttuante che, di volta in volta, si sposta impercettibilmente da uno all’altro dei cinque personaggi, De Carlo costruisce un romanzo a più voci in cui racconta delle nostre aspirazioni e contraddizioni, dei rapporti d’amicizia e d’amore, delle paure, delle manie, dei sogni nascosti.
Di questo romanzo non si può non amare il ritmo, la narrazione a più voci ma soprattutto le personalità descritte: i quattro amici di lunga data messi alle strette da una situazione d’emergenza, scoprono di non avere molto in comune mettendo in dubbio le fondamenta della loro presunta amicizia. Come sempre De Carlo mi fa idealizzare uno stereotipo di uomo che mi fa sognare ad occhi aperti: insicuro nei rapporti a due, ma presuntuoso e testardo nelle relazioni sociali.
La vera sorpresa nascosta tra le righe è scoprire che ciò che sembra simile in un contesto, si può rivelare diametralmente opposto se valutato da una prospettiva differente: i quattro amici si sono scoperti diversi tra loro soltanto una volta arrivati a Giro di vento e scoprendo che la natura può sostituire egregiamente tutti gli agi che offre la città. Le discussioni tra i protagonisti e l’analisi dei loro punti di vista faranno di questo romanzo un’opera divertente ma che al tempo stesso fa riflettere su quanto basti poco per mettere in discussione tutto.
Cosa ti manca?
Le sensazioni che non provo.
Le cose che non faccio.
Le persone che non incontro.
Le vite che non ho.
È un mondo dove senza possedere delle cose, o sognare di possederle, il senso della vita ti svanisce davanti agli occhi.
Voi lo avete letto? Quale romanzo preferite di Andrea De Carlo?
Manu