Le ultime novità editoriali del mese di luglio!

Concludiamo luglio al massimo, vi segnalo altri titoli interessanti da trovare in libreria. Io sto iniziando ufficialmente il conto alla rovescia per le vacanze: ritorno nella mia amata Puglia, porterò mia figlia a respirare un po’ dell’aria che mi ha fatto crescere e diventare quella che sono oggi. Poi ci sono le tanto attese riunioni familiari, per fortuna esistono le ferie per potersi incontrare di nuovo e recuperare il tempo perso!

Tutto molto bello, ma secondo voi potrei mai partire senza prima segnalarvi le ultime novità del mese?

 

La grande Russia portatile, di Paolo Nori.

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Viaggio sentimentale nel paese degli zar dei soviet, dei nuovi ricchi e nella più bella letteratura del mondo. «Ho cominciato a studiare russo nell’autunno del 1988, trent’anni fa, e, anche se ero già adulto, avevo venticinque anni, per me la Russia è stato il posto dove sono diventato grande. Ci sono arrivato nel 1991, quando era ancora Unione Sovietica, ero là durante la rivoluzione del 1993, con l’assalto alla Casa bianca, ci ho vissuto durante il coprifuoco che ne è seguito, ho fatto la fila per comprare il pane, ho comprato un orologio Raketa, ho vissuto a Mosca quando non si trovava la carta igienica, ho visto lo studio del più grande pittore russo contemporaneo, ho fatto una fotografia nella giacca di Sergej Dovlatov, ho partecipato al primo festival d’arte d’avanguardia e delle performance di San Pietroburgo, ho fatto tutta, senza mai scendere, la Transiberiana, da Mosca a Vladivostok, ho visto i soldi che distruggevano la rovina incantevole della piazza del Fieno di Dostoevskij, ho dormito su un banco del settore libri rari della biblioteca pubblica di Pietroburgo, ho pianto nella sala di lettura numero 4 della biblioteca Lenin di Mosca, ho trovato per la prima volta il coraggio di regalare dei fiori a una donna e ho scoperto, in Russia, come mi piace l’Italia, il suo odore, e mi sono accorto, studiando russo, di che lingua meravigliosa è l’italiano: in questo libro ci son queste cose, e qualche altra ancora, ci sono trent’anni che hanno ribaltato il più grande paese del mondo che, miracolosamente, è rimasto il posto stupefacente che era la prima volta che ci sono andato, nel 1991».

 

Gli svizzeri muoiono felici, di Andrea Fazioli.

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L’investigatore privato Elia Contini è chiamato a occuparsi di un delicatissimo caso di scomparsa. Nel 1998 Eugenio Torres, noto medico, amante del trekking, fondatore di scuole in Niger, all’improvviso sparisce dalla faccia della terra. Vent’anni dopo, alla morte della moglie, i figli assumono Contini per tentare di capire che cosa sia accaduto al padre. Secondo alcune voci, il medico era fuggito in mezzo ai suoi protetti nel Sahara nigerino. E proprio dalla vastità del deserto, un giorno arriva in Svizzera un giovane migrante. Moussa ag Ibrahim appartiene al popolo tuareg e dichiara di avere prove che Torres è vivo e che ha bisogno di aiuto. L’investigatore e l’uomo del deserto formano così una coppia improbabile, che indagando nel passato scoprirà, dietro la scomparsa di Torres, un segreto pericoloso.

 

Vox, di Christina Dalcher.

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Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne.

La famiglia Aubrey, di Rebecca West.

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Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune, nella Londra di fine Ottocento. Nelle stanze della loro casa coloniale, fra un dialogo impegnato e una discussione accanita su un pentagramma, in sottofondo riecheggiano continuamente le note di un pianoforte; prima dell’ora del tè accanto al fuoco si fanno le scale e gli arpeggi, e a tavola non si legge, a meno che non sia un pezzo di papà appena pubblicato. Le preoccupazioni finanziarie sono all’ordine del giorno e a scuola i bambini sono sempre i più trasandati; d’altronde, anche la madre Clare, talentuosa pianista, non è mai ordinata e ben vestita come le altre mamme, e il padre Piers, quando non sta scrivendo in maniera febbrile nel suo studio, è impegnato a giocarsi il mobilio all’insaputa di tutti. Eppure, in quelle stanze aleggia un grande spirito, una strana allegria, l’umorismo costante di una famiglia unita, di persone capaci di trasformare il lavaggio dei capelli in un rito festoso e di trascorrere «un Natale particolarmente splendido, anche se noi eravamo particolarmente poveri». È una casa quasi tutta di donne, quella degli Aubrey: la figlia maggiore, Cordelia, tragicamente priva di talento quanto colma di velleità, le due gemelle Mary e Rose, due piccoli prodigi del piano, dotate di uno sguardo sagace più maturo della loro età, e il più giovane, Richard Quin, unico maschio coccolatissimo, che ancora non si sa «quale strumento sarà». E poi c’è l’amatissima cugina Rosamund, che in casa Aubrey trova rifugio. Tra musica, politica, sogni realizzati e sogni infranti, in questo primo volume della trilogia degli Aubrey, nell’arco di un decennio ognuno dei figli inizierà a intraprendere la propria strada, e così faranno, a modo loro, anche i genitori. Personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo pungente e un impareggiabile talento per la narrazione rendono La famiglia Aubrey un grande capolavoro da riscoprire.

 

La collezionista di meraviglie, di Valentina Cebeni.

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Dafne ha appena nove anni e in un vecchio baule di casa ha trovato una spazzola d’argento. È così brillante che non riesce a distogliere lo sguardo. Quando la prende in mano, vede una donna, seduta davanti allo specchio, che si spazzola la lunga chioma bruna. Ed è così che scopre di avere un dono straordinario: le basta sfiorare oggetti antichi per vedere la storia dei loro proprietari. Sono passati anni da allora. Anni in cui ha cercato di ignorare questo dono, che le parla di un passato che ha fatto di tutto per dimenticare. Ma ora che la sua vita non la soddisfa più, non può fare finta di niente. Deve tornare a Torralta, dove tutto è cominciato. Sa bene che solo lì potrà ricominciare da capo. Ad aspettarla c’è la bottega antiquaria di nonno Levante. Appena vi mette piede, si rivede bambina mentre corre tra gli scatoloni ingombri di chincaglierie di ogni genere. E soprattutto sente di nuovo quell’odore familiare di polvere e vernice. Fin troppo familiare per non farle venir voglia di riaprire quel negozio rimasto chiuso per troppo tempo e riportarlo all’antico splendore. Con l’aiuto dell’amorevole nonna Clelia e di Milan, un insolito collaboratore che ha trovato rifugio proprio nel negozio vuoto, Dafne mette a frutto il suo talento nascosto e trasforma la bottega di Levante in un ospedale degli oggetti dimenticati, dando loro nuova vita e riscrivendone la storia. Ma un giorno, tra gli scaffali polverosi si imbatte in un vecchio orologio da taschino che le parla di una coppia e del loro amore contrastato. Dafne non sa a chi sia appartenuto quell’orologio. E non si spiega nemmeno per quale motivo sua nonna ne conservi uno identico, ma sente che in qualche modo ha a che fare con la sua famiglia e con quel dono che è tornato a farle visita. Per questo, è pronta a cercare la verità sul mistero che avvolge quell’oggetto. Perché solo così potrà davvero ritrovare se stessa, ascoltando quello che il passato ha da dirle.

 

Adesso posso ricominciare a fare il countdown per la mia partenza… Voi dove andrete in vacanza?

Manu

 

 

 

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3 Comments

  1. Se vuoi a me è piaciuto da pazzi “Come la ferita di una spada” di Ahmet Altan e “La libreria della Rue Charras” di Kaouther Adımı. Sono tutti e due usciti fra fine giugno e inizio luglio, il primo è Edizioni E/o è il secondo Orma Editore, davvero belli, secondo me se ti piace il Medio Oriente sono i bonus da aggiungere alla lista 😉

    1. Grazie mille per il coniglio! Sono davvero affascinata da tutto ciò che è medio orientale, arabo, maghrebino… Insomma, da tutto ciò che appartiene a questo “mondo” 🙂

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